Dead inside

NancyxSid

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  1. Mrs. Crowley
     
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    NANCY LAURA SPUNGEN ft. TAYLOR MOMSEN | Filadelfia, 27 febbraio 1958GROUPIE; schizophrenic | ×heroin and Sid addicted

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    « E'L'AMORE CHE UCCIDE, NON LA DROGA »


    -Nancy, scappa via, ho quello che fa per te. Le erano bastate queste poche parole, e Filadelfia non la vedeva da sei mesi. Era scappata via da quel buco dove era stata costretta a restare per troppo tempo, quel buco che le tarpava le ali e la faceva sentire come se ogni sua potenzialità andasse a puttane, quel buco che la faceva sentire schiava di una massa dalla quale si sentiva estranea. Era scappata via senza neanche fare la valigia, tutto quello che le serviva era in quella grande borsa in pelle che aveva sotto il braccio: carta d'idenitità, i suoi libri preferiti, qualche spicciolo per campare e soprattutto la carta di credito rubata a suo padre, quella carta che avrebbe potuto usare per vivere decentemente, per spiccare il volo. In questo modo aveva iniziato a lavorare come groupie, e ci aveva preso sempre più gusto a finire a letto con gli artisti più famosi del momento. Quanti ne avesse collezionati, lo sapeva solo lei. Aveva un bracciale al polso da cui non si staccava mai, e da quella catenella scendevano tanti pendenti quanti i suoi amanti famosi, quello era il suo segreto. Stava guardando proprio quel bracciale, quando il suo cellulare prese a vibrare. Avrebbe tanto voluto ignorarlo, ma qualcosa nell'insistenza di quella vibrazione le fece cambiare improvvisamente idea.
    -Pronto? sbuffò annoiata, senza neanche controllare di chi fosse il numero. Non era dell'umore adatto per fare assolutamente nulla, quella sera. Voleva solo restare a casa a bere in santa pace qualcosa di così forte da farle riuscire finalmente a prendere sonno. Non dormiva da tre notti, e non sapeva neanhce lei quale fosse il problema, che cazzo le stese prendendo. Dall'altro capo della cornetta, una voce elettrizzata e fin anche troppo familiare non si prese neanche la briga di presentarsi o salutarla.
    - Sto per offrirti la migliore occasione che ti possa capitare, non fare domande. Tra un'ora passo a prenderti, fatti bellissima. Nancy odiava quel tipo di comportamento, e odiava Alex per trattarla in quel modo. Erano amici dall'asilo,era stato lui a trascinarla in quel mondo che adesso tanto amava e soprattutto non avrebbe mai smesso di essergli grato per averla portata via da Filadelfia, ma Nancy odiava ricevere ordini, odiava non avere il comando. Una vocina nella sua testa le suggerì di calmarsi e di fare come lui le aveva chiesto, poteva sempre valerne la pena e non avrebbe di certo sprecato una ghiotta occasione soltanto perchè quell'idiota non aveva ancora capito come doversi comportare con lei. Veloce, iniziò a spogliarsi e dopo pochi secondi il getto caldo dell'acqua le aveva fatto dimenticare di Alex e del suo cervello con seri problemi, tutto quello che aveva in mente adesso era quest' opportunità sconosciuta. 50 minuti dopo, Nancy era perfettamente pronta, i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulle spalle esili, accarezzando il suo corpo fragile e giocando con la sua pelle marmorea. Il campanello ci mise relativamente poco a suonare, Alex era sempre preciso come un orologio svizzero, di solito la ritardataria era lei.
    -Dove cazzo andiamo? chiese, a mo' di saluto. Tra di loro non c'era mai stata dolcezza smielata, e mai ci sarebbe stata. Il sorriso furbo che brillava negli occhi di quel ragazzo era una promessa a cui Nancy voleva credere con tutto il cuore, aveva davvero bisogno di qualcosa che stravolgesse la sua vita in quel momento, aveva bisogno di qualcosa che fosse in grado di farla sentire viva. Nonostante avesse lasciato Filadelfia, nonostante conducesse una vita più agiata e fosse circondata da personalità di spicco, Nancy continuava a sentirsi così, morta dentro. Ormai non aveva più speranze di riuscire a risvegliare quella parte dormiente di lei, non aveva più speranze di riuscire a vivere. Forse è brutto da dire, ma la vita non è per tutti e ormai Nancy iniziava a dubitare che la vita facesse per lei.
    -Se te lo dicessi non ci crederesti mai, non ti resta che scoprirlo. Quelle le ultime parole che le aveva detto, e mezz'ora dopo si erano ritrovati in un albergo lussuoso, un albergo dove di sicuro non potevano risiedere comuni persone. Ragazzi e ragazze spingevano per riuscire a guardare da vicino quel posto, indice che qualcuno di davvero importante doveva soggiornarci. Alex sorrise di sbieco, e Nancy capì tutto. L'opportunità del cazzo che le aveva promesso quello stronzo era quindi solo la possibilità di fare da puttana a qualche altro artista? Lo stomaco le si contorse dalla rabbia e dallo schifo, ma quella Alex gliel'avrebbe pagata. Quella sera lo stronzo avrebbe capito chi comandava, finalmente. Sarebbe stata così insopportabile e acida che, chiunque fossero i membri di quel gruppo, di sicuro l'avrebbero odiata così tanto da rovinare per sempre la sua reputazione da groupie. Fu un attimo dopo aver formulato questo pensiero che vide un ragazzo scendere, con una birra in mano, e guardarli. Lo sguardo di lui si soffermò su Nancy, e Nancy lo riconobbe alla prima occhiata; aveva visto le sue foto sul giornale, aveva letto quell'articolo sul macello che lui e i suoi compari combinavano ovunque andassero. Sid, quello doveva essere il suo nome, ma il cognome proprio non riusciva a ricordarselo. Sid sorrise verso di loro, anche se non era un vero e proprio sorriso, e con un cenno del capo li invitò a seguirli, senza presentarsi, senza aprire bocca, come se non fossero degni della loro attenzione. Eppure si fermò un attimo ancora a guardarla, a guardare Nancy che quella sera più che mai pareva essere priva di ogni sentimento, una perfetta regina delle nevi, a guardare Nancy che ricambiava quello sguardo senza mostrare neanche un briciolo di interesse, senza sorridere. Nessuna emozione, non era in grado di provare più nessuna emozione, quello pensava la ragazza.


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    La sua immagine, riflessa davanti allo specchio perfettamente lucidato di quella camera d'albergo che non avrebbe mai potuto figurare neanche nei suoi sogni tanto era lussuosa e decisamente fuori dalla sua portata, si deformava sempre più ad ogni battito di ciglia in seguito all'assunzione dell'acido sciolto con una Tennent's. Le sue labbra si contorcevano in una specie di sorriso malvagio. Eppure Sid non credeva di aver dato ai suoi muscoli facciali l'impulso di distorcere in quel modo la sua espressione, ma nonostante ciò questo era quello che vedeva riflesso. Era più o meno come essere posseduti. Non era la prima volta che gli capitava e doveva confessare a se stesso di essersi fatto prendere da un violento attacco di panico la prima volta che aveva sentito un distacco della sua stessa personalità, che lo aveva portato a prendersi più volte a pugni in pieno volto sino a farlo sanguinare copiosamente. Sid aveva divorato rapidamente John Simon, tanto da non dargli neanche il tempo di percepire il cambiamento. Semplicemente dal dì alla notte John era morto ed era nato Sid. Sid Vicious, Sid il bassista dei Sex Pistols, Sid il folle.
    Qualcuno bussò alla sua porta prima con delicatezza e poi con sempre maggiore decisione. Doveva essere Malcom, il manager della band. La sua voce gli giunse alle orecchie ma le sue gli parevano parole senza senso. La stanza si rimpiccioliva ed ingrandiva senza sosta e la televisione non la smetteva di passare quel tannato spot pubblicitario su un set di coltelli da cucina utili per affettare qualsiasi tipo di verdure.
    Si ricordò il perché si trovasse in quel luogo solo quando udì Malcom urlare: "cazzo, sbrigati Sid! Vi aspettano per il live. Ti va di spompinarmi?" sicuramente l'ultima parte della frase l'aveva capita male e si rese conto che il suo trip era già iniziato da un po'.
    Dovevano suonare un live esclusivo nella grande piscina con giardino di quell'albergo. Suonare? era un pessimo bassista e questo lo sapevano tutti e le sue prestazioni erano anche peggio se non era lucido e lucido non lo era quasi mai. Nonostante ciò era proprio Sid lo show e tutti urlavano il suo nome restando in trepidante attesa per assistere alla prossima cazzata che avrebbe fatto.
    Avrebbe se non altro dovuto tentare di smuovere un passo e poi un altro per arrivare alla porta della camera senza sbattere la testa per terra. Si bagnò il volto un paio di volte prima di iniziare a schiaffeggiarsi.
    Era finalmente giunta l'ora di avviarsi. Uscito dalla stanza Malcom gli tagliò subito la strada urlandogli qualcosa del tipo che erano già tutti pronti e che mancava solo lui. Forse avrebbe dovuto sbrigarsi, ma non aveva fretta e poi non sarebbe stato in grado di correre in quel momento.
    Scese le scale continuando a sorseggiare la sua birra ormai calda mentre il suo sguardo si gettava a caso sulla gente presente nella hall dell'albergo. Il suo sguardo si soffermo su una ragazza esile, dai lunghi capelli biondi e gli occhi troppo truccati. Di nuovo quel sorriso non suo, che assomigliava più ad una smorfia malefica, si allargò naturalmente sul suo volto per un motivo impossibile da definire. Semplicemente era stato lei a suscitarglielo ed il perché era ignoto ma anche irrilevante. Era in compagnia di un ragazzo dall'età indefinibile. Era uno di quei volti che dimentichi facilmente, che non lascia il segno. Sid non sapeva chi fossero e non sapeva perché, né come fossero arrivati lì. Voleva solo poter di nuovo posare le sue iridi su di lei. Fu per questo che con un cenno della testa li invitò a seguirlo verso la destinazione del loro live. A Sid non importava che disponessero di qualche pass speciale o di un biglietto. Si era dimenticato cosa fosse necessario per assistere ad un live perché ormai era stato completamente assorbito da quella vita da dimenticare quella precedente in cui lui stesso era un comunissimo fan dei Sex Pistols. Ciò che tuttavia per lui al momento contava era che lei dovesse assistere al loro live, al suo show.
    E mentre camminava si voltò indietro per assicurarsi di non perderla di vista, rincontrando di nuovo il suo sguardo. E lei era come se non fosse realmente lì. Il suo sguardo era vuoto e perso e forse era proprio questo ad aver catturato l'interesse di Sid.
    Le aveva sfiorato la mano e l'aveva portata sotto il palco, sulla destra, proprio dove lui stesso era solito suonare. Le lasciò in mano la sua birra ormai insapore e gettò per terra la giacca, accendendosi poi una sigaretta.
    Il resto della band era appena salita sul palco mentre Sid afferrava il suo strumento e si metteva nella sua postazione facendo un grande balzo che gli avrebbe procurato la frattura del cranio se le gambe avessero ceduto sotto il suo esile peso. Ma non accadde, per fortuna. Barcollò solo leggermente prima di ergersi di nuovo in tutti i suoi centottantotto centimetri.
    Che lo show abbia inizio.
     
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  3. Mrs. Crowley
     
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    Alex aveva il volto felice di chi era convinto di aver fatto un perfetto regalo, ma Nancy in quel momento aveva la testa altrove e sarebbe solo voluta tornare ai suoi libri di filosofia e lasciar perdere tutte quelle ragazzine urlanti in deliziosi mini vestiti che, nonostante fossero così corti da mostrare il culo, di sicuro erano costati un intero stipendio di un lavoratore medio. C'era stato un tempo in cui a lei i Sex Pistols erano particolarmente piaciuti, c'era stato un tempo in cui aveva anche comprato un loro vinile e l'aveva messo nel suo amato giradischi, ma poi aveva smesso di seguirli quando tutto il lusso e la fama che li circondava li aveva fatti diventare dei semplici mostri da palcoscenico. E in quel momento la ragazza era combattuta: una parte di lei era curiosa e voleva vederli finalmente alla prova, voleva vedere se davvero valessero quanto si vociferava, ma un'altra parte di lei voleva soltanto allontanarsi quanto più possibile da quelle ochette che ammiccavano ai componenti del gruppo. I pendenti del suo bracciale risuonarono una leggera melodia, quei pendenti che figuravano il numero di personaggi famosi che si era portata a letto: era sicura che di tutte quelle stupide viziatelle, nessuna avesse mai succhiato l'uccello a un membro di una band. Alla fine in Nancy vinse la parte peggiore, quella competitiva: sentiva dentro di sè il malato bisogno di far vedere loro che era mille volte migliore, nonostante fosse un'ebrea dei bassiborghi di Filadelfia. Voleva far loro il culo, farle sentire a merda come si era sempre sentita per gran parte della sua vita, voleva essere guardata con invidia proprio come quelle ragazze erano abituate ad essere guardate. Per questo si voltò verso Alex, annuendo lentamente e accettando la sua sfida: sarebbe diventata una groupie di quel gruppo, li avrebbe seguiti, li avrebbe ammaliati e sarebbe stata una delle ragazze più invidiate al mondo. Nancy non fece neanche in tempo ad elaborare questo veloce pensiero, che una mano sfiorò appena la sua: quella mano apparteneva a Sid Vicious, e il sorriso che lui aveva sul volto doveva essere il riflesso di quello che si era appena acceso sui lineamenti della ragazza. L'aveva condotta sotto il palco, alla destra: era in primissima fila e da lì aveva una perfetta visuale delle gambe dei ragazzi, i loro toraci su cui avrebbe tanto voluto passare le mani fredde. E lo avrebbe presto fatto, ne era convinta. La musica iniziò, e Nancy fece quello che meglio sapeva fare in vita sua: era lì per il gruppo, era la puttana del gruppo e suo compito era quello di aizzarli, di far uscire fuori il lato peggiore di quei ragazzi. Aveva scopato con David Johansen, aveva scopato con Johnny Thunders e adesso si sarebbe fatta sbattere da Johnny Rotten e da Sid Vicious, magari contemporaneamente. La leggera attenzione che Sid le aveva dedicato prima l'aveva fatta sorridere, era come se fosse una garanzia di aver fatto già colpo su di lui. Ma a Nancy non bastava, in quel momento era avida del suo potere preferito, della sua dipendenza preferita, aveva bisogno di giocare il suo ruolo di primadonna. Se Sid voleva le sue attenzioni avrebbe dovuto meritarsele, suonare solo per lei, far capire a tutti di essere lì solo per lei. Guardandolo dritto negli occhi, la bionda alzò in alto la sua birra, portandola alle labbra con lentezza e socchiudendo gli occhi, mentre il liquido alcolico scendeva nella sua gola, mentre le sue labbra si posavano dove poco prima si erano posate proprio quelle del bassista.

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    Lei sorrise e Sid se ne stupì intimamente. Aveva inspiegabilmente creduto che quella ragazza non fosse capace di sorridere e che forse non lo aveva mai fatto in vita sua. Era innaturale, ne era consapevole: tutti sorridono o hanno sorriso in vita loro, anche se un motivo reale non c'era per farlo. Di motivi per sorridere, per esempio, Sid non ne aveva più nessuno. Era come un bambino capriccioso dopotutto; aveva desiderato avidamente e per tanto tempo di essere un membro fisso della band ed adesso che il suo sogno si era avverato non provava più alcuna soddisfazione. I suoi sorrisi erano scarni da qualsivoglia sentimento di gioia e ricchi di vuoto. Ma quello di Nancy in quel momento lo aveva quasi assorbito.
    Sid fece scivolare lentamente le sue dita sulle prime corde del suo basso e quel suono -nonostante le voci e le urla di sottofondo- parve riempire il giardino. Un, due, tre, quattro.. pensava Sid, prima che il concerto avesse inizio e la sinfonia di tutti gli strumenti si accordassero fra loro, costruendo un perfetto sottofondo alla voce di Rotten. E mentre tutti nel loro caos ordinato seguivano il copione, Sid faceva l'attore che interpreta sé stesso e che è privo di copione. Improvvisava come sempre e nonostante ciò aveva la certezza che il suo personaggio sarebbe risultato comunque migliore degli altri.
    Saltava come un matto. giocava a caso con le corde sottili del suo strumento ed incitava il pubblico a gridare, a cantare, a ballare, a pogare, prima di iniziare a volteggiare su se stesso fino a sentire la testa girare così forte da essere costretto a rigettare l'anima dietro la batteria. Stava vomitando il suo trip o sé stesso? si chiese prima di pulirsi le labbra col palmo della mano.
    "SID! SID! SID! SID! SID!" tutti urlavano il suo nome in trepidante attesa di rivederlo in piedi e Sid tentò di concentrarsi di nuovo su lei nel tentativo di riuscire a captare in quel tormentoso vociare la sua voce, di cui non conosceva neanche il suono.
    La cercò di nuovo fra la folla e quando la trovò sentì che l'anima gli fuggì via in chissà quale mondo fatato.
    Quando il concerto terminò Sid fu violentato dalle prediche di Malcom, atte in verità ad istigarlo a fare a peggio. Gli invitati avrebbero potuto godere di una piccola festicciola, i Sex Pistols sarebbero tornati nelle loro stanze. Si, tutti i membri più uno.
    "Lei viene con noi" disse Sid a Malcom scollegandosi dal discorso che il manager stava intrattenendo ormai da diversi minuti con lui. Il braccio secco del ragazzo cinse per la prima volta a sé quella che sarebbe diventata la sua dipendenza più grande. E pareva quasi una stretta mortale la sua.
    Simo perdona il colossale ritardo! Sono stata troppo impegnata ç_ç adesso sto comunque cercando di ritrovare anche un po' di tempo da dedicare ai miei svaghi <3 perdona anche il post leggermente penoso! xD
     
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  5. Mrs. Crowley
     
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    I concerti dei Sex Pistols erano una promessa di potersi mettere comodi e assistere in diretta allo spettacolo degradante dell'umanità malata. Davvero la gente poteva sborsare fior di quattrini per assistere a questi ragazzi che vomitavano l'anima sul palco, solo per scena? Vedere come per fama i componenti della band vendessero la loro stessa essenza era uno schiaffo in faccia ad ogni etica e moralità. Quanto stupido poteva essere questo pubblico composto da ragazzine ben truccate che urlavano il nome di "Sid" e lo incitavano a riprendersi, soltanto per poter avere dal bassista un'occhiata? Certo, lui era davvero carino. Piaceva anche a te, vero Nancy? La ragazza non fece neanche in tempo a chiederselo, che lo sguardo di lui si posò con insistenza sul suo viso, un'insistenza tale che le avrebbe dato fastidio, se quegli occhi fossero appartenuti a qualcun altro. Eppure appartenevano a Sid, e per qualche strano motivo che non riusciva bene a spiegarsi, non provava nei suoi confronti quell’avversione che provava invece per tutto il resto dell’umanità. Con esasperata lentezza, Nancy fissò le sue pupille in quelle scure del ragazzo, e in quell’abisso sprofondò. Le parve di essere totalmente risucchiata da quel vortice di pensieri, e di perdere nel frattempo il filo dei propri: eppure nemmeno questo le dava fastidio. La parte più irrazionale di lei si lasciava trasportare da quel vortice, e non voleva che finisse: trovarsi distaccata da se stessa e dalla sua mente contorta era per Nancy un’esperienza rarissima. Poche cose riuscivano a catturarla così tanto da arrivare a farle dimenticare di se stessa, o meglio soltanto i dilemmi di Kant e Spinoza riuscivano a farlo. Di sicuro Sid non era filosofia, e non aveva niente a che fare con la sua passione per quei libri dal sapore ostico. E allora cosa di lui le faceva quello strano effetto? Quel loro sguardo, durato pochi secondi, era stato in grado di farla entrare in un’altra dimensione.
    Fu la voce di Rotten che scoppiava nel microfono a farla ridestare dai suoi pensieri. Non ci aveva ancora fatto molto caso, ma Johnny era davvero un bel ragazzo. Forse erano i suoi capelli rossi che spiccavano nella folla a renderlo così attraente, così diverso: ciò che da sempre l’affascinava era proprio il “diverso”, le persone particolari e strane erano le sole che davvero catturavano la sua svogliata attenzione. Guardare Rotten le fece venire in mente però un paio di pensieri sconci che la fecero sorridere divertita, d’un tratto quasi desiderò che quelle mani grandi che si muovevano nell’aria si muovessero su di lei, che la sua voce non le giungesse amplificata e urlante da un microfono, ma roca e gemente direttamente nelle sue orecchie. Il bracciale che portava al polso tintinnò, a sottolineare che davvero non sarebbe stata una cattiva idea aggiungere un altro medaglione, quella notte stessa.
    Il concerto finì, tra le urla generali della folla che chiedeva il bis. I ragazzi scesero dal palco, mischiandosi tra la gente e parlando con quello che probabilmente doveva essere il loro agente. Erano così vicini a lei che riusciva a sentire i loro discorsi, ma era troppo impegnata a squadrare Rotten per potersi concentrare sulle loro parole. Non fece caso a quello che stavano dicendo, fin quando un paio di braccia forti non si strinsero sulla sua vita, e una voce sogghignante le ingiunse che quella notte lei sarebbe stata con loro. Più che volentieri. Nancy voltò con leggerezza il suo viso, lasciando che i capelli biondi sfiorassero la guancia del ragazzo, cercando volutamente un contatto ancora più ravvicinato con lui. La mano di Sid stretta attorno alla sua vita le aveva messo in testa un progetto ancora più ambizioso che non aveva ancora realizzato con nessuna band di cui era stata groupie: perchè non aggiungere due pendenti nella stessa notte, contemporaneamente?
    -Non aspetto altro sottolineò lei, senza che il suo viso fosse illuminato da sorrisi. Il suo tono era stato criptico e mellifluo, non aveva bisogno che si aggiungessero altre parole. Il respiro di Sid sul suo collo era perfino più invitante delle parole del ragazzo, e Nancy avvicinò ancora di più la sua pelle diafana al corpo del ragazzo. Riusciva a sentirne il battito cardiaco dietro la schiena, e riusciva a sentire la morbosità di quella stretta. Fu anche per questo che non riuscì a fare a meno di portare la sua mano su quella del ragazzo, accarezzandolo piano con le lunghe dita bianche.


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    Scusa tu per il cronico ritardo!
     
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    Il suo odore gli penetrò violentemente le narici. Sapeva di buono. Era come se l'avesse annusata da sempre e l'avesse toccata da mai. Era come le belle giornate soleggiate trascorse al fiume nel tentativo di pescare qualcosa. Era come la pioggia che ti bagna il viso per non farti piangere da solo. Era come il sangue caldo che scorre sulla tua testa appannandoti la vista. Era sesso. Era droga. Era violenza. Era la sua fine.
    Sentire la sua voce per la prima volta fu un'esperienza strana che Sid non dimenticò mai più. Fu quasi ai limiti del paranormale e fu certamente colpa degli ultimi strascichi del suo trip. Non aspetto altro, aveva detto Nancy e nella testa di Sid quella fu la risposta conseguente al fatto che lui le avesse sbattuto violentemente la testa contro il marmo rosa di Portogallo che si trovava all'interno del bagno della sua suite.
    I loro corpi erano così vicini da riuscire a toccarsi ed il bassista aveva la sensazione che da un momento all'altro lei lo avrebbe assorbito. Che le loro costole si sarebbero incastrate le une nelle altre e non si sarebbero liberati mai più l'uno dell'altra. Avrebbero vissuto per sempre così e si sarebbero appartenuti fino all'ultimo respiro.
    Le gettò addosso il suo sguardo quando sentì quella mano leggermente fredda sfiorare la sua e solo in quel momento si ricordò di averne una anche lui. Aveva riacquistato la sensibilità e riusciva a sentire i suoi polpastrelli che si destreggiavano in piccole carezze.
    "Al diavolo!" aveva imprecato Malcom prima di gettare la sua bottiglia di birra per terra ed il rumore sordo del vetro che si infrangeva contro le mattonelle aveva fatto sì che Sid tornasse realmente in quel luogo.
    Si recarono verso la stanza di Johnny, il quale si prestò ad offrirla per un piccolo party post-concerto.
    "Sono a pezzi!" aveva annunciato aprendo le porte della sua camera e gettandosi sul tappeto ai piedi del letto. Sid aveva ormai abbandonato la stretta sulla ragazza ed era andato dritto verso il mini-frigo prelevando una bottiglia di vodka secca.
    "Ma se abbiamo appena cominciato" disse Sid con quel suo tono terribilmente malvagio mentre si adagiava accanto al cantante.
    Guardò in silenzio il soffitto per qualche minuto. Stava cercando le stelle?
    "Vieni" la chiamò poi senza neanche voltarsi.
    "A chi appartiene la tipa?" chiese Paul, il batterista.
     
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  7. Mrs. Crowley
     
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    Qualsiasi altra ragazza si sarebbe sentita elettrizzata a quell'esperienza, si trovava in stanza con i componenti della band più chiacchierata del momento, avrebbe potuto divertirsi con loro e passare una notte di fuoco con un bel ragazzo a sua scelta. La cosa era abbastanza interessante, ma Nancy vedeva quell'attrattiva come un pensiero astratto, la guardava come se non appartenesse alla sua vita. Si sentiva una spettatrice esterna di un film, seduta davanti allo schermo con i pop corn in mano: osservava quella ragazza bionda e dalla pelle diafana, osservava il modo in cui Sid Vicous la guardava, ma non si sentiva lei quella ragazza. Era una sensazione che a parola non sarebbe stata in grado di spiegar, ma che le era molto familiare. Un'analisi clinica probabilmente l'avrebbe chiamata soggetto apatico, ma non era di certo colpa sua se ormai la vita non sembrava più sconvolgerla. La vita si era presa il meglio di lei e l'aveva fatto a pezzi, adesso quello che ne restava era un corpo bianco e quasi anoressico, un volto spento se non per la linea marcata di eyeliner e il rossetto acceso, suoi compagni di guerra oramai da anni.
    "Vieni" aveva detto Sid, con una bottiglia di vodka in mano. Non seppe dire se fu il suono autoritario della sua voce ad attrarlo, o se semplicemente fosse stato il richiamo di quel superalcolico che il ragazzo faceva dondolare tra le sue mani: sta di fatto che qualcosa l'attrasse a tal punto da spingerla ad alzarsi senza obiettare per quel tono usato, quasi fosse scontato per lui che lei sarebbe venuta dopo un suo perentorio ordine. Poteva non sembrare, ma Nancy aveva un carattere combattivo e capriccioso: aveva bisogno di essere al centro delle attenzioni, solo questo la faceva sentire davvero viva, solo questo la smuoveva dal suo stato di apatia. Camminando lentamente, la bionda si sedette accanto al bassista più discusso della storia della musica punk. Sid sembrava assente, continuava a far dondolare tra le sue mani la bottiglia, e pareva che stesse guardando le stelle. Questo irritò un poco Nancy, che non era abituata a non essere guardata costantemente. Con un leggero sorriso incurvato sulle labbra, capricciosa e forse infantile come al solito, puntò i suoi occhi azzurri sul volto del ragazzo, e inumidendosi appena le labbra scarlatte con la punta della lingua si rivolse a lui.
    "Perchè guardi le stelle quando hai me al tuo fianco?, fu appena un sussurro il suo, nessun altro doveva sentire a parte Sid. Quella pareva essere ormai una sfida privata tra loro due. Qualcos'altro però catturò la fugace attenzione di Nancy, il suono duro di una voce maschile che proferiva le parole più maschiliste che si potessero sentire. Il batterista del gruppo stava chiedendo a chi lei appartenesse, neanche si trattasse di un oggetto, di qualcosa da poter usare a proprio piacimento. A Nancy un comportamento del genere non era accettabile. Accavallando le gambe e stringendosi le braccia al petto, guardò per qualche secondo con aria furiosa quel ragazzo. Poi però si acquietò, decidendo che forse sarebbe stato più produttivo un atteggiamento diverso. Con leggerezza tolse le braccia che aveva incrociato al petto, e sfiorò Sid, prendendogli la mano.
    "Andiamocene, ti va?" chiese, con un sorriso mellifluo, un sorriso che era un'armoniosa promessa di bellezza, una promessa carica di forte portata sensuale, quella che Nancy sentiva crescere dentro di sè in quel momento. Di colpo Sid era ai suoi occhi più interessante di quanto non lo avesse reputato all'inizio.


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    I suoi occhi non si curarono di accertarsi se la ragazza avesse o meno eseguito quanto lui le aveva chiesto, eppure sapeva già intimamente che lei lo avrebbe fatto ed i passi leggeri verso la sua direzione glielo confermarono. Lui dopotutto era Sid il bassista dei Sex Pistols ed ancor più era Sid Vicius e basta e questo era un motivo più che sufficiente per desiderare di avvicinarsi a lui. Cosa ci fosse di così speciale nel suo essere non lo sapeva ancora. Soldi? fama? erano le uniche motivazioni plausibili. Per il resto Sid era solo un cumulo di ossa secche. Un corpo senza anima, degradato dalla vita, dall'alcol e dagli acidi. Dopotutto non era niente di speciale.
    Si obbligò a guardarla. Era la seconda volta che sentiva la sua voce e già gli divenne familiare. Incurvò leggermente le labbra nel tentativo di rivolgerle un sorriso. Lui le stelle non riusciva più a vederle. Si sentiva già di nuovo lucido e la fantasia non stava più galoppando. Si sentiva strano in quei rari momenti e provava una spiacevole sensazione di paura. Credeva che la realtà effettiva delle cose potesse quasi ucciderlo. L'alterazione della percezione delle cose lo confortava come un plaid ed una cioccolata calda in inverno potrebbe confortare una persona qualunque. Quello era il suo mondo, non quello nella quale stava esistendo in quel momento.
    "Non posso darti torto baby" affermò con voce sconfitta facendo scivolare la sua mano sulla schiena della bionda e cominciando a catturare con lo sguardo ogni dettaglio del suo corpo. I suoi occhi erano chiari e se ne accorse solo in quel momento. Si rimproverò intimamente per non aver colto prima quel dettaglio ma complice della distrazione era stato il suo trip. Grave prezzo da pagare.
    La serietà dell'affermazione di Paul spiazzo il rosso cantante dei Sex Pistols suscitandogli un'eccesiva ilarità. "Sei tutto scoppiato bello" disse soffocando le risate prima di sottrare la bottiglia di vodka dalle mani di Sid. "Molla l'osso" lo minacciò seriamente il bassista. Sembrava essere un cane rognoso e rabbioso che stringeva veramente un osso fra i denti e ringhiava a tutti coloro gli si avvicinassero. Forse qualcuno della band gli avrebbe volentieri detto che pareva un animale, ma tutti tacquero e non perché avessero paura di lui -benché in realtà non fosse biasimabile una situazione di quel tipo- ma solo perché erano troppo stanchi e troppo sballati per riuscire a sopportare un altro dei suoi deliri.
    La proposta di Nancy era la cosa migliore che potesse giungergli in soccorso in quel momento. Iniziò a provare un inutile, insensato ed ingiustificato odio nei riguardi di tutti i presenti eccetto che per lei. Allontanarsi insieme era la cosa più giusta da fare. Voleva solo abbandonarsi alla lussuria ed all'alcol.
    Annuì col capo dopo aver preso la mano della bionda nella sua e faticosamente si tirò in piedi. Uscì dalla stanza con lei e la vodka senza aggiungere un'altra parola.
    Camminavano lentamente mano nella mano verso la camera di Sid e quella stessa immagine violenta che lo aveva colto nel momento in cui Nancy gli aveva rivolto per la prima volta la parola, gli tornò alla mente.
    "Benvenuta nel mio buco" disse ironicamente il bassista dopo averle spalancato le porte di quella camera lussuosa che gli apparve di nuovo fuori dalla sua portata. Era quello il suo mondo?
     
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  9. Mrs. Crowley
     
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    NANCY LAURA SPUNGEN ft. TAYLOR MOMSEN | Filadelfia, 27 febbraio 1958GROUPIE; schizophrenic | ×heroin and Sid addicted

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    « E'L'AMORE CHE UCCIDE, NON LA DROGA »


    Sid rappresentava tutto ciò che Nancy aveva sempre trovato disgustoso: un ragazzo ricco, affascinante, che ha tutto dalla vita e si getta al vento. Aveva sempre avuto una pessima opinione di lui, e allora per quale motivo adesso se ne sentiva così terribilmente attratta? Il suo profumo le riempiva le narici, e quella camera lussuosa stordiva ogni suo senso. Lui aveva davvero tutto dalla vita, e invece lei non aveva neanche i soldi per comprarsi un superalcolico decente e dimenticarsi ogni cosa. Tutto ciò che faceva, tutto ciò che riusciva a farla sentire viva era collezionare i favori sessuali di personaggi famosi, che spesso la riempivano di regali e la pregavano di farsi viva. Non sapeva cosa di lei attraesse così tanto quei tipi, ma Nancy odiava sentirsi la loro puttana, vedersi riempire di regali e di soldi solo per andare di nuovo a letto con loro. Non era una ragazzina disincantata alla ricerca dell'amore, questo no, ma non era neanche una sgualdrina da quattro soldi. Preferiva perdere la testa dietro ai dilemmi di Spinoza piuttosto che perderla dietro ad un ragazzo viziato e famoso che pensava di avere il mondo ai suoi piedi solo schioccando le dita. Sid però era diverso dagli altri, aveva gli occhi neri e infossati come se stesse combattendo il peggiore dei suoi drammi interiori, e la stava guardando come se lei potesse essere la sua salvezza, come se un poco di sesso quella notte potesse essere in grado di fargli dimenticare tutto quello che lo stava logorando dall'interno. Nancy passò le mani sul petto del ragazzo, con leggerezza. Erano mani piccole e morbide, bianchissime: sembravano due leggere ali di farfalla, e si muovevano sul suo petto come se sapesse esattamente quali punti toccare per smuoverlo da quella sua apatia.
    -"Sembri triste e stanco, Sid. Apatico quasi" mormorò al suo orecchio, avvicinandosi per mordergli il collo. Un solo morso, forte, che fece scattare il ragazzo. Sid la stava guardando come se avesse tentato di assassinarlo, e si teneva il collo come se ne stesse uscendo così tanto da sangue da rischiare di morire per causa sua. La guardava divertito e al tempo stesso arrabbiato e questo fece sorridere Nancy, che sapeva di averlo morso abbastanza forte da lasciargli il segno per qualche giorno. Forse questo era uno dei suoi più grandi difetti, la presunzione di dover lasciare un segno nella vita delle persone che la incontravano, il disperato bisogno di sentirsi fottutamente importante per qualcuno. Non era solo capriccio, non erano solo manie di protagonismo o forse lo erano, ma a lei piaceva convincersi del contrario, a lei non piaceva sentirsi una stupida bambina capricciosa e odiava chi la faceva sentire in questo modo.
    -"A quanto pare però non sei davvero apatico, visto? Il dolore lo senti bene, anche esageratamente" lo rimbeccò lei, continuando a mantenere la distanza tra di loro che Sid aveva posto quando era saltato via dal suo morso, spaventato e confuso. Adesso negli occhi di lui brillava una strana luce, e la bionda era certa che si stesse preparando ad una vendetta. Era certa che si sarebbero dati la caccia per tutta la notte, che si sarebbero fatti così tanto male da cercare di coprire i segni che la vita aveva lasciato loro addosso in quel barbaro modo. Era certa che il suo incontro con Sid in quel preciso momento delle loro vite non fosse del tutto un incontro casuale. C'erano dei motivi arcani e nascosti per cui gli astri avevano deciso di fare incontrare due persone così disastrate proprio in quel modo, e Nancy di sicuro non poteva sapere quale fosse, ma le bastava sapere che esso esisteva. Non aveva bisogno di porsi troppe domande, le bastava avere una risposta di base a tutto, lei era fatta così: preferiva arrovellarsi sui dilemmi filosofici e dimenticare o fingere di dimenticare tutti quelli che sconvolgevano la sua vita. Mantenere la distanza tra i loro corpi era un grande sforzo per la ragazza, che avvertiva un magnetico bisogno di respirare ancora il suo profumo. Per questo si passò la lingua sulle labbra, assaporando il sapore dell'epidermide di Sid, e quel leggero sapore del suo sangue che ancora aveva sulla lingua. Divino.


    « Now she's lying in a pool of blood»


     
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  10. Heroin
     
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    Sorrise grandemente perché le piccole e deliziose mani di Nancy esploravano il suo petto mentre faceva leggermente e svogliatamente molleggiare il suo corpo e la bottiglia di vodka. Non sembrava che la ragazza stesse cercando di conoscerlo, quanto più di ricordarlo. Era come se avessero già vissuto quegli attimi insieme, bastava solo riuscire a scavare nella mente per poter riacciuffare quei momenti e Sid era certo che in poco tempo non sarebbero più riusciti a dimenticarsi.
    Con sole tre parole, la bionda era perfettamente riuscita a descrivere lo stato d'animo del bassista che si costrinse a cucirsi un sorriso in volto quando invece sarebbe volentieri rimasto a bocca aperta per lo stupore. Non era poi così trasparente. L'unica cosa che era assolutamente percepibile in lui era la sua eccessiva e sconvolgente follia nei momenti di sballo, niente più. Eppure Nancy, con quei suoi limpidi e passivi occhi chiari, gli aveva scavato la pelle, le ossa e l'anima. Non ebbe tuttavia neanche il tempo di manifestare quello stupore -ammesso e non concesso che lo avrebbe fatto da un momento all'altro- che lei gli si era già avidamente avvicinata al collo, infilzandolo con i suoi incisivi. Uno scatto impulsivo lo costrinse ad allontanarsi. Lo sguardo stupefatto ed iracondo che le rivolse avrebbe forse scatenato l'ilarità della bionda. Si portò la mano al collo dolorante costatando che stesse leggermente sanguinando. Era una cosa minima, eppure sorprendente. Sid era arrabbiato perché lei lo aveva morso fino a farlo sanguinare, eppure, per lo stesso motivo, sentiva di adorarla. Era una ragazza senza dubbio stravagante. Era senza dubbio una ragazza come lui. Era senza dubbio la ragazza per lui.
    La mirava negli occhi e capì che lei aveva capito. E' difficile da spiegare; non è semplice trovare qualcuno che riesca ad interpretare il tuo volere, i tuoi pensieri. Quando ciò accade avviene una rivoluzione. Tanto più se è una perfetta estranea a riuscire a comprendere in maniera così profonda il tuo essere.
    Era vero, il dolore lo sentiva eccome. Anzi -forse- Sid aveva sempre creduto che fosse l'unica cosa che riuscisse veramente a sentire. Eppure in quel momento non era solo il dolore ad animarlo ed a permettergli di respirare.
    Lei si leccò le labbra assorbendo dentro di sé quelle piccole gocce di sangue che non le appartenevano ed in quel momento Sid seppe con precisione cosa doveva fare.
    Scagliò violentemente la bottiglia di vodka contro il muro frantumandola in piccoli pezzi ed avanzò con passo sin troppo spedito verso la bionda. Nonostante fosse esile, il bassista era dotato certamente di una forza maggiore di Nancy. Fu per questo che il suo spintone -per nulla leggero- la fece aderire sul pavimento. Il moro le si gettò addosso, incastrando i suoi polsi nella stretta micidiale di quelle mani violente ed ossute. La mirò dritta negli occhi per osservarla costretta in quella trappola che le aveva teso, con in volto appiccicato un orribile sorriso sadico.
    "Il dolore che mi hai causato adesso non è nulla in confronto a quello che proverai tu stanotte" la minacciò prima di intrappolare quelle labbra scarlatte con le sue. Non le diede neanche il tempo di rispondere che già la sua lingua la stava esplorando avidamente. Le stringeva i polsi con una tale e consapevole forza da farle certamente male. Si, ne stava godendo.
     
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  11. Mrs. Crowley
     
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    « E'L'AMORE CHE UCCIDE, NON LA DROGA »


    La morsa in cui Sid la teneva serrata iniziava a farle davvero male, eppure non ci poteva essere davvero dolore in quel momento, nel sentire i loro corpi scontrarsi con tale ferocia. Per un istante brevissimo Nancy si chiese se sulla sua pelle candida sarebbero rimasti per caso dei lividi, dei segni di tutto questo, o se come al solito si sarebbe dovuta arrendere alla fugacità di ogni cosa. Forse anche per questo voleva così disperatamente che Sid le facesse male, per questo mentre lui baciava avidamente le sue labbra lei non seppe frenarsi dall'istinto di mordergli la lingua con forza, fino a sentire di nuovo il sapore del sangue di lui sulla lingua, fino a sentire di nuovo quell'acre odore riempirle le narici. Voleva davvero farlo arrabbiare, così che le lasciasse dei segni profondi ed evidenti, più profondi di quelli che tutto il suo passato le avevano lasciato addosso fino a quel momento. Il corpo caldo di lui creava un contrasto armonico con il pavimento freddo su cui era stesa. Sid non era particolarmente forte e robusto, eppure era riuscito a intrappolarla con facilità, e lei non pareva per nulla contrariata da quella situazione, lei che odiava la sola idea che qualcuno potesse prendere il comando in quel modo.
    -"Fammi soffrire, se ci riesci" lo provocò, più che consapevole che per il dolore era quasi un amico quotidiano, un'abitudine talmente costante che ormai ne aveva bisogno in dosi sempre più forti, e Sid pareva disposto a regalargli quell'esaltazione e quel furore di cui lei aveva così tanto bisogno in quel momento. A chi importava se fosse giusto o sbagliato, a chi importava che sarebbe stato solo per una notte e che quasi di sicuro non si sarebbero più rivisti? Lei sarebbe stata una delle tante ragazze facili che lui si era sbattuto e lui sarebbe stato un altro pendente da aggiungere al suo bracciale, sarebbe finita lì per entrambi, forse. O forse avrebbero cercato di nuovo quelle sensazioni nel corpo di altre persone, in altri incontri fugaci, per poi ritornare l'uno dall'altra con furiosa disperazione, come la risacca si abbatte sulla spiaggia. Nancy si staccò dai suoi pensieri, tornando al presente e a quella morsa in cui era intrappolata, tirando i capelli del ragazzo per attirarlo ancora di più a sè, perchè non voleva che neanche un mezzo centimetro d'aria potesse intrufolarsi tra la sua bocca e quella di lui. Era davvero questa la dipendenza, il bisogno? Di sicuro se lo sarebbe chiesta, se non fosse stata così tanto presa da quel vortice di sensazioni che bruscamente la investivano, se non fosse stata così tanto presa da quell'ondata di piacere che iniziava ad investire il suo corpo tanto da farle stringere le gambe contro la schiena del ragazzo. Nancy cercava di colmare quel suo bisogno, cercava di saziare il suo piacere ma Sid si negava a lei, continuando a tenerla stretta e a negarle quella soddisfazione, continuando a tenere in mano le redini di quel gioco disperato. C’è qualcosa di selvaggio, primitivo in quella loro alchimia che l'attraeva e al tempo stesso trovava quasi ripugnante. Eppure quel leggero ribrezzo non era nulla in confronto alla curiosità di sfidare i propri limiti e di portare al culimine quelli del ragazzo, di vedere fino a che punto avrebbero resistito, cosa sarebbe successo dopo. Nancy graffiò la pelle di Sid, le sue unghie si conficcarono nella carne di lui: non era solo per lasciare il segno, voleva che la sua pelle in quel momento bruciasse quanto il desiderio fremente che sentiva bruciarle tra le cosce. Era pura vendetta, i suoi occhi cercarono quelli di lui e vi lessero una sfida beffarda, accompagnata da un sorriso che le fece venire quasi voglia di prenderlo a schiaffi. Si stava divertendo. E lei? Non poteva dire di certo il contrario...



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    Edited by Mrs. Crowley - 7/4/2015, 13:14
     
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